COSA SONO I DISTRETTI
I Distretti sono degli strumenti di progettazione integrata del territorio di riferimento che vedono coinvolte, in modo sinergico, iniziative sia pubbliche che private. La differenza sostanziale tra le due tipologie di distretto disciplinate dalla Regione Campania riguardano l’oggetto su cui focalizzare le proprie azioni, per i Distretti Rurali si punta ad uno sviluppo del territorio mentre per i Distretti Agroalimentari di Qualità il focus è la competitività di un prodotto a marchio di qualità (“prodotto pivot”) così come definiti dall’art. 16 del Reg. 1305/13, comma a.
Questa seconda tipologia di distretto, anche se non in modo esplicito, chiama in causa i Consorzi di tutela dei molteplici prodotti riconosciuti. È richiesto un atto di responsabilità verso i produttori che con non poche difficoltà custodiscono queste produzioni e, oltre la valorizzazione delle peculiarità del prodotto, necessitano di un supporto che li accompagni verso l’efficienza produttiva e una maggiore competitività sui mercati.
COSA SONO I DISTRETTI
La Legge di Bilancio del 2018, con i Distretti del Cibo, ha riposto attenzione sul modello organizzativo distrettuale nell’agroalimentare. La storia dei distretti in agricoltura prende avvio nel 2001 in attuazione della Legge di Orientamento che definiva i Distretti Rurali (DIR) e Distretti Agroalimentari di Qualità (DAQ) come strumenti per rafforzare la competitività delle imprese agricole e lo sviluppo delle aree rurali. L’individuazione dei criteri e delle modalità per procedere al loro riconoscimento è compito delle Regioni, alcune hanno già definito questo processo e riconosciuto ad oggi molteplici di distretti.
La Regione Campania, in attuazione della normativa del 2001 e delle modifiche apportate dal comma 499 dell’art. 1 della legge finanziaria del 2018, ha approvato il regolamento per il riconoscimento e costituzione dei DIR e DAQ e lo scorso 7 novembre ha pubblicato l’avviso per il riconoscimento.
È in tale ottica che abbiamo deciso di farci promotori del riconoscimento e costituzione del Distretto Agroalimentare di Qualità, denominato “DISTRETTO DELLE CASTAGNE E MARRONI DELLA CAMPANIA” per le aziende, enti, amministrazioni e associazioni che operano nella aree delimitate dai disciplinari delle 3 IGP (Castagna di Montella IGP, Castagna/Marrone di Serino IGP, Marrone di Roccadaspide IGP) dell’area della Castagna di Roccamonfina (ora PAT ed in corso per l’IGP) e l’area del Partenio in virtù della PAT Castagna Infornata, caratteristiche di quell’area.
La produzione della Castagna e del Marrone per il nostro territorio ha un valore non solo economico ma è un elemento fondamentale della sua identità ed è nel rispetto di ciò che bisogna collaborare per poterla sostenere. È necessario un impegno comune che non può riguardare esclusivamente il mondo agricolo ma deve coinvolgere tutti gli stakeholder del territorio: dalle istituzioni al terzo settore, dal sistema della conoscenza al sistema finanziario.
I principali problemi da affrontare riguardano: la competizione con i prodotti provenienti dall’estero, il ripristino del potenziale produttivo, la diversificazione delle produzioni, una non perfetta concentrazione dell’offerta, i cambiamenti climatici. Tutto questo richiede la definizione di una strategia comune che consenta di intervenire per garantire una maggiore efficienza lungo la filiera, nuovi modelli di commercializzazione e l’opportunità di nuovi mercati che possano recuperare il valore della Castagna e del Marrone della Regione Campania in termini di benefici per la salute e la produzione di energia.
Il Distretto Agroalimentare di Qualità può rappresentare lo strumento operativo capace di consentire la realizzazione di un piano integrato di azioni in grado di garantire: maggiore redditività, minore impatto ambientale e maggior benessere ai cittadini, elementi fondamentali per garantire uno sviluppo sostenibile del territorio.
COSA SONO I DISTRETTI
Il “DISTRETTO DELLA CASTAGNA E DEL MARRONE DELLA CAMPANIA” è amministrato da un Consiglio di Amministrazione composto da 7 membri. Attualmente risultano in carica i seguenti consiglieri:
Antonio De Cristofaro – Presidente; ordinario presso il dipartimento di Agraria dell’Università del Molise.
Roberto Mazzei – Direttore
Vincenzo Di Maio – Vicepresidente; imprenditore agricolo della provincia di Avellino.
Franco Di Pippo – Vicepresidente; presidente Associazione Verde Collina di Roccamonfina (CE).
Angelo Amore – Consigliere; impresa di Trasformazione di Roccamonfina (CE).
Maurizio Grimaldi – Consigliere; direttore della Cooperativa Castagne di Montella.
Ivan Tabano – Consigliere; imprenditore Agricolo di Roccadaspide (SA).
Giuseppe Russo – Consigliere; organismo di Consulenza.
Sabatino Ingino – Consigliere; impresa di Trasformazione di Serino (AV).
Abele De Luca – Consigliere; presidente del Comitato Promotore Castagna/Marrone IGP di Serino.
Davide Della Porta- Consigliere; presidente dell’Associazione Castanicoltori Campani.
Massimo Oricchio – Consigliere; cooperativa agricola del Cilento di Cuccaro Vetere (SA).
Il Consiglio di Amministrazione è impegnato a favorire la più ampia collegialità in ordine alle decisioni da assumere, svolge tutte le attività utili a sostenere la crescita dell’economia del comparto castanicolo campano, promuovendo e valorizzando processi di sviluppo sostenibili.
REQUISITI PER IL RICONOSCIMENTO DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ (DAQ)
I requisiti di cui all’art. 4 della Legge Regionale 8 agosto 2014 n.20 per il riconoscimento dei Distretti Agroalimentari di Qualità sono i seguenti:
a) la presenza di produzioni agroalimentari certificate coerenti con le tradizioni e le caratteristiche del territorio riconosciute o in corso di riconoscimento ai sensi della normativa vigente;
b) la presenza di filiere produttive caratterizzate da rapporti di integrazione e di interdipendenza tra le imprese agricole e le imprese del settore della trasformazione e della distribuzione agroalimentare dei prodotti certificati;
c) la costituzione di rapporti di tipo collaborativo tra le istituzioni locali e gli operatori economici della filiera agroalimentare;
d) l’integrazione tra la produzione agroalimentare e le attività culturali e turistiche.
La sussistenza dei requisiti di cui sopra resta dimostrata se il distretto ha le seguenti caratteristiche:
1) Presenza di almeno un marchio di qualità (“prodotto pivot”) così come definiti dall’art. 16 del Reg. 1305/13, comma a3, riconosciuto o anche nello stato di protezione transitoria;
2) Indice di specializzazione produttiva: calcolato rapportando l’incidenza del numero di aziende o in alternativa (a scelta del proponente) della SAU relativa al “prodotto pivot” rispetto alla media regionale della stessa tipologia di prodotto, che deve essere pari o superiore al 150%;
3) Numero di imprese aderenti al distretto (agricole, trasformazione, commercializzazione) o in alternativa (a scelta del proponente) numero di addetti delle imprese aderenti al distretto: per le imprese pari almeno a 50; per gli addetti4 pari ad almeno a 300.
Gli indicatori sono stati calcolati rispetto alla perimetrazione dichiarata del Distretto.
Per quanto riguarda la dimensione territoriale (perimetrazione) il distretto deve insistere su uno o più Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) da considerare nella loro interezza con riferimento all’areale produttivo del prodotto pivot (da disciplinare) e degli altri prodotti interessati.