Frutteto o bosco che lo si voglia definire, il castagneto è un agroecosistema molto più complesso di quanto non sia un semplice luogo deputato alla produzione di castagne o di legno, così come il castanicoltore non è affatto solo un allevatore di piante.
La castanicoltura campana è una filiera fra le più importanti d’Europa e del mondo.
Sono 15.000 gli ettari a Castagneto da frutto presenti in Campania con oltre 5000 aziende agricole e 30 imprese agroindustriali interessate.
Le aree maggiormente vocate sono situate in zone parco, sia regionali che nazionali, come quello del Cilento. L’ottanta percento dei castagneti, infatti, ricade in aree di particolare pregio ambientale e naturalistico, posizionandosi su un’altezza variabile fra i 300 e 900 m sul livello del mare.
Altra caratteristica che CONTRADDISTINGUE la castanicoltura campana è l’origine vulcanica DEI suoli ove essa insiste: ciò conferisce al prodotto

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE UNICHE.

Grazie alla biodiversità del territorio, alle particolari caratteristiche pedoclimatiche e alla laboriosità e capacità degli operatori la Campania vanta quattro IGP ed oltre 10 prodotti tradizionali agroalimentari di qualità riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole.

– La CASTAGNA DI MONTELLA è stata la prima castagna europea ad essere riconosciuta come IGP

I castagneti iscritti all’IGP di Montella ricadono nel parco dei Monti picentini, ove, incastonati fra lussureggianti pendii e paesaggi di straordinaria bellezza, troviamo castelli conventi e santuari di gran pregio storico e religioso.
– Il MARRONE DI ROCCADASPIDE è stata la seconda IGP ad essere riconosciuta dall’Unione europea, nel 2008.

L’areale del Marrone di Roccadaspide ricade per intero nel parco nazionale del Cilento fra montagne stupende e mare azzurro con oltre 50 comuni interessati all’IGP. Per l’ampiezza della zona essa rappresenta il potenziale produttivo, tra le produzioni a marchio europeo, più importante d’Italia.
– Il territorio del MARRONE DI SERINO o Castagna di Serino IGP ricade nel versante ovest del parco dei Monti Picentini, risente della vicinanza al Golfo di Salerno e rappresenta l’area geografica ove risiedono alcune delle più importanti imprese agroindustriali castanicole d’Europa, famose per i derivati dolciari a base di castagne, tra cui i mitici marron glacé
– Infine, la CASTAGNA DI ROCCAMONFINA ultima IGP campana ad essere riconosciuta, rinomata per essere la varietà più precoce d’Europa, la castagna tempestiva di Roccamonfina, i cui frutti maturano già nella prima decade di settembre, probabilmente per la temperatura del suolo di origine vulcanica e per la bassa altimetria dei castagneti. Anche l’areale della Castagna di Roccamonfina coincide in larga parte con l’omonimo parco regionale.

I prodotti agroalimentari tradizionali, noti come PAT, a base di castagne sono tutti estremamente unici e peculiari. Tra questi citiamo la castagna del Partenio e la castagna del prete, che contraddistinguono un territorio, il Partenio, che ha contribuito allo sviluppo della castanicoltura in tutto l’Appennino centro meridionale grazie alla presenza e all’opera di un’importante Santuario Benedettino, il Santuario di Montevergine. Il nostro viaggio tra i castagneti della Campania potrebbe continuare ancora per molto, andando A conoscere le Castagne del famoso Dinosauro “CIRO” di Pietraroia, o i Marroni del Monte Epomeo ad Ischia o le castagne vesuviane del Monte Somma, ma ci fermiamo in Costiera Amalfitana fra Tramonti, Ravello e la Magnifica Valle delle Ferriere a ricordare il Marrone di Scala, un prodotto di pregio di un areale straordinario ed unico al mondo per la bellezza e per le caratteristiche del territorio.
Che cos’è allora la castanicoltura campana e potremmo dire anche italiana?
È uno “straordinario patrimonio di carattere materiale e immateriale”, frutto dell’opera e dell’ingegno dell’uomo, fatto di secolari opere di selezione genetica delle ancestrali varietà presenti da millenni allo stato naturale, di manutenzione e prevenzione del territorio preservandolo dal dissesto idrogeologico, di integrazione di pratiche agricole tradizionali e innovative, di molteplici e creative trasformazioni dei frutti, prima a livello artigianale poi industriale. Una filiera composta non solo da prodotti unici al mondo, ma anche di paesaggio, di biodiversità, di salvaguardia e tutela dei territori montani notoriamente più
fragili ed anche una filiera fatta di valori, storie, di leggende, di emozioni e di buona cucina, quella popolare e contadina.

Antonio De Cristofaro
Presidente del Consorzio Distretto della Castagna e del Marrone della Campania
Professore Ordinario, Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti, Università del Molise